mercoledì 12 febbraio 2014

Capitan Harlock. Passabile, a parte la tagline.


Una delle cose più tristi dei film di avventura SF misti fantasy, con accenni cyberpunk, che al contempo indulgono in riferimenti al misticismo orientale, strizzando l’occhio al romanzo di cappa e spada senza scordare lo spirito spensierato delle scorribande dei pirati reinterpretatati in chiave romantica…

Ok, rifacciamo.

Il Futuro è già Passato. E vabbè, aspetterò il prossimo...





Appunto iniziale: la cazzo di tagline. “Capitan Harlock 3D. Il futuro è già passato”.
Come ti viene in mente di mettere una frase del genere? È una roba tragica, l’avrebbero scartata anche alla Perugina, è un po’ come dire: “Tutto quello che state per vedere sa un po’ di vecchio, è roba già vista, anzi, sapete che vi dico? Lasciate perdere, amici come prima”.

Comunque, settimane fa sono andato al cinematografo e l’ho visto.
Perché? Un po’ per nostalgia, un po’ per curiosità, un po’ perché il 3D mi sta sul cazzo e volevo una scusa ulteriore per denigrare questa bislacca tecnologia. NOTA: Il 3D in Capitan Harlock è veramente figo.
Accidenti.

Torniamo a noi.
Difficile pronunciarsi sulla pellicola in questione. Facciamo così, confrontiamola con Il Corvo. Ve lo ricordate? Alex Proyas che dirige la sparatoria durante la quale il figlio di Bruce Lee ci rimette le piume? Quella roba lì. Film tristemente noto per la dipartita dell’erede del Drago, per la computer grafica necessaria a riempire i vuoti da lui lasciati nelle inquadrature, per la violenza, il tono dark, la colonna sonora. Tratto da un fumetto indipendente di O’Barr, Il Corvo versione cinematografica incappava in un errore a mio avviso tragico: cercava di umanizzare il protagonista. Mi spiego meglio: mentre nel fumetto il tizio che torna dalla morte è un fottuto vendicatore inarrestabile capace di atrocità senza eguali, a un certo punto del film sembra che tutti i creativi coinvolti (regista, sceneggiatore, produttori) vogliano correre ai ripari e rendere più agevole per gli spettatori l’immedesimazione con lui. 
Perché a chi non è capitato almeno una volta di ritornare dalla morte per sistemare delle questioni in sospeso?
Tipo a mio cugino un mucchio di volte!
A me invece mai.
Ecco, appunto.

Se faccio gli occhioni ti immedesimi? Dai dai dai dai...


Nel tentativo di umanizzare il nostro zombie vendicativo, che cosa ti inventano questi filibustieri? Ti inventano che se gli accoppi il corvo (con il quale vaga per la città), lo rendi vulnerabile; così, se i cattivi si impegnano di brutto, lo possono ammazzare di nuovo. Capito? 
Sadici bastardi.
Se per tre quarti di film io parteggio per Eric, non è necessario che nell’ultimo quarto me lo fai sanguinare e morire di nuovo. È già morto all’inizio. Mi spiace per lui. Non ho il cuore di pietra, davvero, sto a posto così, non ammazzatelo di nuovo.
Il Corvo è un film che parla di una vendetta consumata dalla vittima di un omicidio brutale dopo la propria morte, non serve immedesimarsi, basta seguire le azioni del protagonista. Lo privano della vita, gli uccidono la compagna davanti agli occhi, lo privano di tutto, torna a calcare la terra e tu, spettatore, vuoi che i cattivi vengano puniti, fine della storia. Non serve umanizzazione, vuoi solo assistere alle scorribande di Eric e vuoi che il suo spirito trovi pace.

La serie di Matsumuto puntava sull'immedesimazione perché i personaggi erano umani e mortali. C'era un costante senso di rischio, di pericolo, di sacrificio e al tempo stesso l'aderenza a un codice morale; c'era la ricerca della libertà, la lotta contro l'ingiustizia e il Bene mai stanco di incrociare la lama con il Male.
Harlock 3D rispetto a The Crow commette l’errore opposto. Toglie la mortalità al Capitano, così, da subito, lo rende un ultracentenario immortale che ammazza con una certa disinvoltura chiunque rappresenti un ostacolo per la sua missione (SPOILER distruggere l’universo per permettere alla vita di rinascere da zero... una roba che te lo rende subito supersimpa). No mortalità, no party. Inutile il tentativo finale di correggere il tiro, ormai siamo salpati da troppo tempo e l’aggiustamento conclusivo ottiene più che altro un effetto di spaesamento. Se togli al Capitano la mortalità, spogli il suo sacrificio di qualsiasi impatto. Capaci tutti di fare i pirati dello spazio se tanto alla fine NON PUOI SCHIATTARE.

Tolto il 3D, il plot è piuttosto minimal, concede qualche strizzatina d’occhio ai fan nostalgici (Cap cha dialoga con il computer di bordo, se non avete visto la serie penserete che è un minchione…), butta lì giusto un paio di scenette strappalacrime, mostra azione alle volte un po’ ripetitiva, fa fare la doccia a Kei, perché mostrare Kei che si fa la doccia è un topos per quello sporcaccione di Matsumoto e alla fine se ne esce con un colpo di scena tipo Dark Knight Rises.
C’è tanta roba, troppa, messa insieme in maniera caotica e poco ispirata. Ah, poi Capitan Harlock c’è davvero pochino per un film che si intitola “Capitan Harlock”. 

Perché mi fanno sempre fare la doccia? Avrò un cattivo odore?


In estrema sintesi un giocattolone pretenzioso, non riuscitissimo, apprezzabile per certi spunti estetici, povero rispetto al materiale di origine.
Però il 3D è figo sul serio.
Mannaggia, ‘st giappi, se ci sanno fare col 3D. L’unico neo è che la profondità a un film non basta darla con il 3D. Ci vuole anche un pochetto di storia, approfondimento dei personaggi, e non guasterebbe una certa aderenza al titolo.
Sospendo il giudizio, e lo dichiaro passabile.

lunedì 10 febbraio 2014

The end, yo. Un'elegia dello Spettatore Occasionale per Mr. White


Mi sono sparato tutto BB in poco meno di un mese e mezzo, convinto dalle parole di Luotto sull'unico sito dell'Internet Intero che meriti davvero di esistere.

Il viaggio è terminato.

Quando succede, sei spinto a fare bilanci. Scrivo queste righe con in sottofondo Harvest di Neil Young, in una giornata di pioggia di un febbraio in fasce.
Il viaggio è terminato e il tempo dei saluti con esso. Però qualcosa è rimasto, dentro; una serie di emozioni, di suggestioni, di avvenimenti, un certo senso di colpa e un indefinibile desiderio di avere ancora la possibilità -per una sola volta, magari -di avere davanti Saul, Huell, Walter Jr. o Hank, Mike o Gus.
Quali farneticazioni sono mai queste, direte voi? Se ve lo state chiedendo, significa che siete rimasti fuori dal gorgo di Breaking Bad. Consideratevi fortunati. Fate un bel respiro. Guardatevi intorno. Pensate a chi vi vuole bene, pensate alle persone che amate, al vostro lavoro, al vostro mondo. Fatto? Ora prendete un po' di ...COLLA VINILICA, sniffatela e lasciatevi precipitare in un vortice di inganni, autoinganni, deriva morale, vittorie e sconfitte, vittorie con dentro sconfitte, abbandono, caduta e rinascita, rovina e riscossa, omicidi e leggenda.
Tutto questo è Breaking Bad.
Siccome non saprei come fare a parlarne senza svelare nulla, devo inserire uno SPOILER ALERT sin da ora. Quando ricomincerò a parlare in linea generale, verso il fondo, lo toglierò e, se vorrete, potrete continuare a leggere..
Un post a blocchi; partiamo con il primo.