martedì 7 ottobre 2014

#notturnooccasionale Lo Zen e l'Arte di andare a fncl

Leva le vocali e la gente impazzirà. Leva le vocali e partirà una caccia al senso, una ricerca forsennata, un'esegesi profonda e spudorata dei significati occulti.

Notte. Notte vuol dire un mucchio di cose. Notte vuol dire buio, stelle, rumori, solitudine, lampioni, lavori ignorati, vuol dire ricevere il livido battesimo di un monitor e un televisore lontano con il volume regolato al minimo, leggere il labiale, studiare i sottotitoli, intravedere un'ombra, restare un attimo con la mano sospesa a pochi centimetri dall'interruttore che potrebbe ferire l'oscurità con un fascio di luce improvvisa, vuol dire mettersi l'anima in pace o finire sotto un treno di pensieri, notte significa attesa, lo sguardo al soffitto la mente al domani, notte vuol dire sudore e sesso, memorie che affiorano senza riguardo per il momento, memorie che zavorrano il cuore e puntano spilli che ti fanno tenere gli occhi sbarrati anche se non vedi un cazzo.

Occasionale. Occasionale, nell'accezione di non consueto, maldistribuito nel tempo, senza regolarità, con scadenze approssimative e nessun piano. Oppure legato a un'occasione, sapete, una data o una ricorrenza, quello specifico giorno che nella giostra tutta umana del tempo rassicura perché dà l'impressione di qualcosa che torna. E invece, signore e signori, non torna un bel niente. La ciclicità è un'illusione. I bei percorsi ad anello che chiamiamo minuti, ore, giorni, settimane, mesi, anni non si ripetono. A martedì, diciamo. Prossima settimana. Coordinate che sono come una carezza e ti riempiono dell'assurda serenità di avere sempre un altro punto nel tuo giro in giro, un'altra chance. Questo martedì non si ripete. Questo minuto neppure. Il tempo è una linea retta che sembra tracciare un solco tra noi e l'eternità. Lungo questo solco facciamo copie di copie di copie di cose che conosciamo, così tutto appare più gestibile e fuggiamo la minaccia.

Senza osservare schemi digitali penso che questa serie di post, questo ricettacolo di risatine, ovvietà e tentativi sta per compiere un anno.
Buon compleanno, Blogger Occasionale.

Certe volte le persone si spezzano, si interrompono. Arrivano fino a un certo punto e poi... Stop. I meccanismi dentro cessano ogni movimento. Inizia un percorso involutivo. Ci si avviluppa come serpi ciascuno su se stesso, stasi irremovibile. E poi, lentamente, dolorosamente... il cammino riprende. Senza dover additare tragedie e senza nascondersi dietro il paravento di chissà che cosa. Succede. Perché siamo pieni di nodi. Alcuni li possiamo sciogliere da soli, altri ci aiutano a districarli, altri ancora restano sino a che non adottiamo lo stile di Alessandro e facciamo qualcosa di inatteso, senza cercare di capire come si siano formati, senza indagare il groviglio, ma tagliandoli di netto.
Magari è capitato anche a me. E lentamente, dolorosamente riprendo il cammino.

Notte. Notte vuol dire né oggi né domani, notte vuol dire adesso. Qui. Ora. Presente.

Riagguantare con un colpo di reni quel fuggente hic et nunc che troppo spesso ignoro. Vivere. La vita -sembra qualcosa che ti deve capitare tra un po'. Qualcosa che se ne sta buona buona ad aspettare che tu sia pronto. Non è così. La vita è ora. Se perdi tempo, se tentenni, se guardi altrove va per la sua strada. Ti trascina e ti lasci trascinare. Guardi indietro, di fianco, sotto, mai davanti.
Riprendi a guardare davanti. Ficca lo sguardo come un pugnale in quel solco, seguine il profilo netto e abbraccia l'orizzonte.
Respira.
Non è la fine del mondo.
Tieni gli occhi aperti e riprendi il controllo dei pensieri slegati, delle attese infruttuose, dei progetti fatti d'aria, delle bugie e delle prove ancora da superare. Cresci. Non come un frutto o un albero, ma come uomo. Vedi in controluce la filigrana, l'esile filo di esperienze che fa di te ciò che sei.
Incontra il tuo sguardo nello specchio. Impara ad accettare che ogni tanto si sbaglia e si tirano i remi in barca, ma poi si ricomincia daccapo.

Buon compleanno, Blogger Occasionale. Che sia ora o tra un mese.

E buona notte, ora, a chi incrocia queste righe per sbaglio o per nostalgia, o per mille altri motivi. Il viaggio è ancora lungo.
Che sia un viaggio buono. Che sia un viaggio di strepiti e risate, tutto pienezza e coraggio. Che non sia l'attesa della prossima tappa, ma il gusto di questa.
Che sia essere nel momento dalla punta dei piedi ai capelli.
Che sia vero.
Che sia unico.
Che semplicemente sia.



2 commenti:

  1. Buon compleanno al blog e bentornato a te :) Sarai pure occasionale, ma sei assolutamente particolare e mai banale :) Ottimo pezzo, molto molto bello ;)

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  2. Ti ringrazio sinceramente! Nessuna promessa da marinaio, cercherò di essere più presente e di ritagliare del tempo per quella cosa complicata e meravigliosa che è scrivere.
    Felice che tu sia (ancora) passato da queste parti.
    Saluti dal Blogger Occasionale

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