Una delle cose più
tristi dei film di avventura SF misti fantasy, con accenni cyberpunk,
che al contempo indulgono in riferimenti al misticismo orientale, strizzando l’occhio al romanzo di cappa e spada senza scordare lo
spirito spensierato delle scorribande dei pirati reinterpretatati in
chiave romantica…
Ok, rifacciamo.
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Il Futuro è già Passato. E vabbè, aspetterò il prossimo... |
Appunto iniziale: la
cazzo di tagline. “Capitan Harlock 3D. Il futuro è già
passato”.
Come ti viene in mente
di mettere una frase del genere? È una roba
tragica, l’avrebbero scartata anche alla Perugina, è un po’ come
dire: “Tutto quello che state per vedere sa un po’ di vecchio,
è roba già vista, anzi, sapete che vi dico? Lasciate perdere, amici
come prima”.
Comunque, settimane fa sono andato al
cinematografo e l’ho visto.
Perché? Un po’ per
nostalgia, un po’ per curiosità, un po’ perché il 3D mi sta sul
cazzo e volevo una scusa ulteriore per denigrare questa bislacca
tecnologia. NOTA: Il 3D in Capitan Harlock è veramente figo.
Accidenti.
Torniamo a noi.
Difficile pronunciarsi
sulla pellicola in questione. Facciamo così, confrontiamola con Il Corvo. Ve lo ricordate? Alex Proyas che dirige la sparatoria
durante la quale il figlio di Bruce Lee ci rimette le piume? Quella
roba lì. Film tristemente noto per la dipartita dell’erede del
Drago, per la computer grafica necessaria a riempire i vuoti da lui
lasciati nelle inquadrature, per la violenza, il tono dark, la
colonna sonora. Tratto da un fumetto indipendente di O’Barr, Il
Corvo versione cinematografica incappava in un errore a mio avviso
tragico: cercava di umanizzare il protagonista. Mi spiego meglio:
mentre nel fumetto il tizio che torna dalla morte è un fottuto
vendicatore inarrestabile capace di atrocità senza eguali, a un
certo punto del film sembra che tutti i creativi coinvolti (regista,
sceneggiatore, produttori) vogliano correre ai ripari e rendere più
agevole per gli spettatori l’immedesimazione con lui.
Perché a chi
non è capitato almeno una volta di ritornare dalla morte per
sistemare delle questioni in sospeso?
Tipo a mio cugino un mucchio di volte!
Tipo a mio cugino un mucchio di volte!
A me invece mai.
Ecco, appunto.
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Se faccio gli occhioni ti immedesimi? Dai dai dai dai... |
Nel tentativo di
umanizzare il nostro zombie vendicativo, che cosa ti inventano questi
filibustieri? Ti inventano che se gli accoppi il corvo (con il quale
vaga per la città), lo rendi vulnerabile; così, se i cattivi si
impegnano di brutto, lo possono ammazzare di nuovo. Capito?
Sadici
bastardi.
Se per tre quarti di
film io parteggio per Eric, non è necessario che nell’ultimo
quarto me lo fai sanguinare e morire di nuovo. È già morto
all’inizio. Mi spiace per lui. Non ho il cuore di pietra, davvero,
sto a posto così, non ammazzatelo di nuovo.
Il Corvo è un film che parla di una vendetta consumata dalla vittima di un omicidio brutale dopo la propria morte, non serve immedesimarsi, basta seguire le azioni del protagonista. Lo privano della vita, gli uccidono la compagna davanti agli occhi, lo privano di tutto, torna a calcare la terra e tu, spettatore, vuoi che i cattivi vengano puniti, fine della storia. Non serve umanizzazione, vuoi solo assistere alle scorribande di Eric e vuoi che il suo spirito trovi pace.
La serie di Matsumuto puntava sull'immedesimazione perché i personaggi erano umani e mortali. C'era un costante senso di rischio, di pericolo, di sacrificio e al tempo stesso l'aderenza a un codice morale; c'era la ricerca della libertà, la lotta contro l'ingiustizia e il Bene mai stanco di incrociare la lama con il Male.
Harlock 3D rispetto a The Crow commette l’errore
opposto. Toglie la mortalità al Capitano, così, da subito, lo rende
un ultracentenario immortale che ammazza con una certa disinvoltura
chiunque rappresenti un ostacolo per la sua missione (SPOILER
distruggere l’universo per permettere alla vita di rinascere da
zero... una roba che te lo rende subito supersimpa). No mortalità, no party. Inutile il tentativo finale di
correggere il tiro, ormai siamo salpati da troppo tempo e
l’aggiustamento conclusivo ottiene più che altro un effetto di
spaesamento. Se togli al Capitano la mortalità, spogli il suo
sacrificio di qualsiasi impatto. Capaci tutti di fare i pirati dello
spazio se tanto alla fine NON PUOI SCHIATTARE.
Tolto il 3D, il plot è
piuttosto minimal, concede qualche strizzatina d’occhio ai fan
nostalgici (Cap cha dialoga con il computer di bordo, se non avete
visto la serie penserete che è un minchione…), butta lì giusto un
paio di scenette strappalacrime, mostra azione alle volte un po’
ripetitiva, fa fare la doccia a Kei, perché mostrare Kei che si fa
la doccia è un topos per quello sporcaccione di Matsumoto e
alla fine se ne esce con un colpo di scena tipo Dark Knight Rises.
C’è tanta roba,
troppa, messa insieme in maniera caotica e poco ispirata. Ah, poi
Capitan Harlock c’è davvero pochino per un film che si intitola
“Capitan Harlock”.
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Perché mi fanno sempre fare la doccia? Avrò un cattivo odore? |
In estrema sintesi un giocattolone pretenzioso, non riuscitissimo, apprezzabile per certi spunti estetici, povero rispetto al materiale di origine.
Però il 3D è figo sul
serio.
Mannaggia, ‘st
giappi, se ci sanno fare col 3D. L’unico neo è che la profondità
a un film non basta darla con il 3D. Ci vuole anche un pochetto di
storia, approfondimento dei personaggi, e non guasterebbe una certa
aderenza al titolo.
Sospendo il giudizio, e
lo dichiaro passabile.