lunedì 10 febbraio 2014

The end, yo. Un'elegia dello Spettatore Occasionale per Mr. White


Mi sono sparato tutto BB in poco meno di un mese e mezzo, convinto dalle parole di Luotto sull'unico sito dell'Internet Intero che meriti davvero di esistere.

Il viaggio è terminato.

Quando succede, sei spinto a fare bilanci. Scrivo queste righe con in sottofondo Harvest di Neil Young, in una giornata di pioggia di un febbraio in fasce.
Il viaggio è terminato e il tempo dei saluti con esso. Però qualcosa è rimasto, dentro; una serie di emozioni, di suggestioni, di avvenimenti, un certo senso di colpa e un indefinibile desiderio di avere ancora la possibilità -per una sola volta, magari -di avere davanti Saul, Huell, Walter Jr. o Hank, Mike o Gus.
Quali farneticazioni sono mai queste, direte voi? Se ve lo state chiedendo, significa che siete rimasti fuori dal gorgo di Breaking Bad. Consideratevi fortunati. Fate un bel respiro. Guardatevi intorno. Pensate a chi vi vuole bene, pensate alle persone che amate, al vostro lavoro, al vostro mondo. Fatto? Ora prendete un po' di ...COLLA VINILICA, sniffatela e lasciatevi precipitare in un vortice di inganni, autoinganni, deriva morale, vittorie e sconfitte, vittorie con dentro sconfitte, abbandono, caduta e rinascita, rovina e riscossa, omicidi e leggenda.
Tutto questo è Breaking Bad.
Siccome non saprei come fare a parlarne senza svelare nulla, devo inserire uno SPOILER ALERT sin da ora. Quando ricomincerò a parlare in linea generale, verso il fondo, lo toglierò e, se vorrete, potrete continuare a leggere..
Un post a blocchi; partiamo con il primo.


Primo blocco

Ovvero notizie generiche sulla serie

 

Se siete vissuti in un eremo nel corso degli ultimi anni, breve sintesi della trama di Breaking Bad

 

Breaking Bad, serie TV americana ideata da Vince Gilligan e trasmessa dall'emittente via cavo AMC a partire dal 20 gennaio 2008, terminata con il sessantaduesimo episodio il 29 settembre 2013.
Segue trama.
TRAMA.
Walter White è un professore di chimica delle superiori. Moglie in attesa di una bambina, figlio sedicenne con handicap fisico, una vita normale, sempre alle prese con problemi di soldi, estratti conto, doppio lavoro. In seguito a un malore, Walt si sottopone a esami medici. Scopre di avere un cancro ai polmoni. La prospettiva di avere pochi mesi di vita e il timore di lasciare i membri della propria famiglia in difficoltà economiche lo spinge a sfruttare le proprie conoscenze in ambito chimico per entrare nel giro della produzione di metanfetamina (che sarebbe una droga, visto che fate finta di non capire) (cazzo). Insieme a un ex alunno, Jesse Pinkman, piccolo produttore e spacciatore, inizia a cucinare la droga che lo renderà ricco.
Difficoltà su difficoltà si frapporranno tra Walt e il suo obiettivo, costringendolo (?) a compiere azioni riprovevoli. Tutto sarà investito e travolto da ciò che provocherà con le proprie scelte, fino a giungere a un finale in cui nessun risvolto della trama sarà trascurato e ogni cosa lasciata apparentemente in sospeso troverà compimento.

Secondo blocco

Osservazioni, annotazioni, riflessioni sul percorso di Mr. White

 

Perché questa serie è finita? Perché Beautiful dura da seicento anni e questo capolavoro è terminato dopo cinque brevi stagioni? CONTIENE SPOILER BESTIALI E SENZA RITEGNO

 

Se state leggendo, magari lo sapete già; io lo SPOILER ALERT l'ho messo. Che cazzo. Questa parte parlerà della serie come se l'avessimo vista tutti quanti, yo. Vi addentrate in un territorio pieno di insidie.
Tipo colpi di scena svelati. Occhio.
Allora vado.
Vado?
Via!

La primissima cosa che mi viene in mente, se ripenso al percorso fatto con Walt, è la specularità tra come ci viene presentato e come lo dobbiamo salutare. La prima immagine riconducibile a Mr. White, l'incipit del primo episodio, ci presenta un paio di calzoni da uomo, gonfiati dal vento, che scendono dal cielo. Movimento di macchina dall'alto in basso. Sono gonfi, scivolano lentamente, atterrano e si sgonfiano. Mr. White è alla guida di un camper, in mutande, il viso coperto da una maschera antigas. Non c'è nulla di eroico in lui, solo paura, confusione e fretta. E' un uomo sgraziato e disperato, che guida come un matto in mezzo al deserto.
Nel finale, l'episodio Felina del settembre scorso, Walt (o per meglio dire Heisenberg-Walt) è a terra in un laboratorio di meth. Scivola dopo aver accarezzato con delicatezza uno dei macchinari, uno di quei preziosi strumenti che l'hanno aiutato a diventare ciò che desiderava essere. Cade a terra proprio come nell'episodio iniziale cadevano a terra i calzoni (perdere i calzoni è elemento comico, cadere a terra per aver ricevuto un colpo di mitragliatore nelle viscere direi di no). Heisenberg-Walt ha messo in atto la propria vendetta, sterminando i nazi che lo hanno derubato del malloppo e che hanno schiavizzato Jesse Pinkman. Per un piccolo inconveniente, rimane ferito. Ferito a morte. Dalla stessa arma che ha piazzato su un cavalletto elettrico radiocomandato all'interno dell'auto con cui si presenta al cospetto dei suoi nemici.
Così, Heisenberg-Walt crolla a terra come a terra erano crollati i suoi calzoni, nel momento in cui tutto ha avuto inizio. Sfiora l'attrezzo nel laboratorio, lascia una traccia di sangue sul metallo, cade. La specularità si attua quando la macchina da presa si alza. Lui è a terra, ha una specie di sorriso e lacrime negli occhi. Felina. Fe, il ferro, elemento chimico del sangue. Li, il litio, elemento chimico alla base della metanfetamina. Na, il sodio, la sostanza contenuta nelle lacrime. L'inquadratura sale e c'è qualcosa di mistico e profondamente terreno al tempo stesso. Noi lasciamo Heisenberg-Walt soddisfatto, vittorioso. L'inquadratura, che ora ha origine dal tetto del laboratorio, consente di vedere i poliziotti che raggiungono il posto e si avvicinano con armi spianate a Walt, morto.

Ci sono tre personaggi in Walter White. C'è il professore di chimica, ordinario e ordinato; amante della materia, incapace di farsi rispettare dagli alunni, represso, deluso e tradito dagli amici con cui in giovane età aveva fondato una società chimica ora multimilionaria. Un uomo che ha rinunciato alla propria ambizione, o per meglio dire, che credeva di averlo fatto. Poi c'è Heisemberg, quello del principio di indeterminazione, l'alter ego che assume una volta divenuto un famoso produttore di metanfetamina blu. Egli è una maschera sottrattiva, poiché per diventare Heisenberg, Walt si rade la testa. Si priva cioè di qualcosa, non nasconde la propria identità con una maschera, ma cancella una parte di sé, opera la trasformazione con le proprie mani, plasma un nuovo Walter White, più libero, più vero, più pericoloso. Infine c'è Heisenberg-Walt, quello della quinta serie (dalla puntata otto in avanti, direi). Egli è la sintesi dei due precedenti. Una versione terza rispetto alle proprie identità originarie. Non un mostro, quale Heisenberg sembrava essere diventato, non un debole, quale Walter White pareva all'inizio, ma qualcuno che ha subito cambiamenti durante il viaggio. Qualcuno che smette di nascondersi, di dividersi, di fuggire, per tornare a essere un solo individuo.
Un solo individuo consapevole delle proprie azioni, responsabile delle proprie scelte e pronto a pagarne le conseguenze.

Se per il principio di Heisenberg è impossibile determinare posizione e velocità (energia) di un oggetto, è altrettanto impossibile determinare nel medesimo tempo che cosa Walt voglia veramente e in che fase del suo personaggio si trovi. Allo stesso modo è impossibile determinarlo per altri personaggi, per coppie di personaggi che si trovano sempre in un contesto mutevole, sull'orlo del collasso o prossimi a divenire altro rispetto a sé. Walt e Jesse cambiano, cambiano Jesse e Jane, Jesse e Maria, Gus e Mike, Skyler e Walt, Marie e Hank, Hank e Steve, cambiano costantemente e incessantemente tutti quanti... perché le circostanze che sono indotti a vivere modificano il loro approccio alla vita e, spesso, le loro vite stesse.

Che cos'è Breaking Bad? Un inno alla mutazione. Un indagine su ciò che significa liberarsi dalle maschere, su ciò che significa raggiungere un obiettivo costi quel che costi, su ciò che significa mentire e rapportarsi con le conseguenze delle proprie menzogne, su apparenza e verità, sull'assenza di una sola verità. Saul, l'avvocato della mala, è un po' la cartina di tornasole di questa duttilità estrema dei personaggi. Ogni volta che si fa ricorso al suo contributo professionale, si scende in un inferno di scappatoie e inganni. Lui stesso, alla fine, si trova costretto a fuggire dalla propria vita, dalla propria celebrità, ricorrendo a un personaggio più volte evocato, una sorta di "eliminatore", uno che di mestiere cancella l'identità dei propri clienti e ne fornisce di nuove. Si torna alla questione dell'identità, di chi è chi, di cosa rende Walter White Walter White oppure Saul Saul. Che diavolo, pensi di capire che cosa sia BB e ti ritrovi con un elemento così volatile che sei di nuovo da capo...

Ci sono poi caratteristiche tecniche che elevano questa serie sopra decine di altre. La fotografia, per esempio. Ricordo una scena in cui Walter e Gus (l'arcicriminale che, dietro la facciata della catena di fast food "Los Pollos Hermanos" spaccia meth negli Stati Uniti) si incontrano in un casolare isolato. Sono seduti uno di fronte all'altro. La luce divide i loro volti a metà. Ci sono una serie di campi e controcampi, vediamo metà volto di Gus e metà volto di Walt; la particolarità del montaggio risiede nel fatto che vediamo una precisa metà della faccia di Gus, e l'altrà esatta metà del volto di Walt. Sono le due metà dello stesso personaggio, uno parte dell'altro. Ancora non lo sappiamo, non lo possiamo sapere, ma è un amo gettato verso di noi, perché poi accadrà quel che gli episodi ci mostreranno, ovvero che in quell'ombra che oscura i connotati di Gus e Walt si annida il processo di fusione e sostituzione che farà dei due personaggi uno solo, un solo arcicriminale, un solo imperatore.
Imperatore, come Heisenberg definirà il suo ruolo. Come Ozymandias, titolo della quattordicesima puntata della quinta seria, una sorta di primo finale, Ozymandias, il nome di un faraone, il nome scelto da uno dei protagonisti di Watchmen per la propria identità di supereroe; un personaggio, quello della graphic novel, che vive inseguendo il sogno di ripercorrere le orme di Alessandro Magno, altro Imperatore, altro Re, simbolo di potere, conquista, vittoria, cambiamento.
Boom.

La regia è ricca, mai banale. Difficile che ci sia un'inquadratura fuori posto, un passaggio infelice (in senso tecnico), una ridondanza. È tutto controllato e funzionale, tutto molto cinematografico, tutto molto pulito e citazionista. Ci sono episodi in cui vengono in mente i Coen, altri in cui si strizza l'occhio a Tarantino, altri ancora in cui si allude a Lynch (disturbante la presentazione dei due nipotini Salamanca, che vengono introdotti mentre percorrono strisciando una strada che conduce a un'abitazione dove è allestito un sacrario dei trafficanti, con annesso santino di Heisenberg).

Per l'accompagnamento sonoro ci sarebbe da scrivere un post a parte.
Ogni riferimento musicale è collocato con precisione chirurgica all'interno delle scene, sia che si tratti di musica, sia che si tratti di canzoni. Ci sarebbero moltissimi esempi, a partire dalla straziante Baby Blue dei Badfinger, tappeto sonoro degli ultimi istanti di Felina. Una canzone che dice "I guess I got what I deserved", "Immagino di avere ottenuto ciò merito", eppure è al tempo stesso un inno alla metanfetamina che Walt sembra dedicare a se stesso. È la delicata, amorosa vicinanza finale tra Gollum e l'Unico Anello, mentre sono avvinti e precipitano tra le fiamme del Monte Fato. Il sorriso soddisfatto che svanisce nell'abbraccio della morte, sorretto da un'impalcatura sonora affidata al rock di una band inglese dei gloriosi settanta.
La canzone che credo meglio illustri quanta cura è stata messa in BB è un'altra, questa qua:


Il contesto in cui è collocata è tragico.
Sappiamo che Walt ha mandato Jesse a uccidere Gale Boetticher, aiutante di laboratorio di Walt imposto da Gus. Walt sa (e noi con lui) di avere i giorni contati. Quando Gale sarà pronto, Fring non avrà più bisogno di Heisenberg per sintetizzare la meth e si sbarazzerà di lui. Uccidere Gale equivale a salvarsi la pellaccia e mettere Gus sotto scacco.
La regia abbandona Walt e ci mostra Boetticher in casa, intento ad ascoltare un disco mentre annaffia le piante. Il buffo, innocuo, nerdissimo Gale balla canticchiando Crapa Pelada.
La sequenza è disturbante, perché sappiamo che la giocosa tranquillità della casa è minacciata dall'imminente arrivo di Jesse, e che l'arrivo di Jesse significa morte.
Crapa Pelada. Testa Pelata. Chi è "testa pelata"?
Bingo.
Suona il campanello, la porta si apre, Pinkman punta la pistola contro Gale, Gale implora, Pinkman cede al pianto, bang.
Walt è salvo e soddisfatto.
Jesse è disperato.
Gale è a terra, morto.
Come avrebbe potuto essere più deflagrante questo passaggio? Una partita a scacchi tra Gus e Walt, con Walt che ha la meglio sacrificando la vita di Gale e quella di Jesse in una sola mossa; perché il peso di aver premuto il grilletto tormenterà Pinkman nelle puntate a venire, compromettendolo come persona e ponendolo ancora una volta sotto il gioco imposto da Heisenberg; Heisenberg che, nonostante tutto, con fredda logica matematica nasconde a se stesso ogni responsabilità, ogni omicidio, ogni nefandezza, oscurandola con l'ipertrofia di un Ego che a lungo aveva tentato di ridimensionare.
Ogni volta che muore qualcuno in BB è per via di Heisenberg (direttamente o indirettamente).

Terzo blocco

Di quella volta in cui... o di quell'altra... no, aspetta, c'era un tizio che...

 

Tutto ciò che Breaking Bad evoca attraverso un citazionismo sofisticato e poco poco paraculo. Qualora vi interessasse, in questa sezione ci sono abbastanza spoiler. 

 

Partiamo dal fondo. 
In un passaggio della quinta serie, Jesse affronta l'ennesimo dilemma della propria relazione lavorativa con il buon Mr. White. Dopo l'omicidio del ragazzino nel deserto, i soldi fatti con la meth iniziano a puzzare per il buon Pinkman. Non ne vuole più ricevere, non ne vuole più sapere. Walt insiste affinché Jesse tenga la sua parte del bottino, e gli porta a casa una borsa piena di verdoni. 
La sequenza che ci interessa è questa: esterno notte, strada deserta di via periferica. Un tizio esce di casa, vede qualcosa in giardino, si avvicina per capire di che cosa si tratti, sono soldi, li prende, una mazzetta notevole, lancia un'occhiata qua e là, forse per timore d'essere osservato, vede altri soldi, inizia a camminare e raccogliere questi doni inaspettati. A bassa velocità l'auto di Jesse transita tra file parallele di case. Attraverso il finestrino abbassato, lancia mazzette di dollari fuori dalla macchina.
La deriva del sogno americano si concretizza in una marcia che prende il finale di La vita è meravigliosa e lo trasforma in una grottesca parodia di se stesso. Non è gioia quella che anima il viaggio di Jesse, ma delirio; non è per condividere felicità che marcia Pinkman, ma per sbarazzarsi di denaro che scotta. Non è una seconda occasione, né redenzione: è resa di fronte a una colpa che non fornisce possibilità di espiazione.

L'intreccio dell'intera serie è una rivisitazione del buddy movie. Ci sono coppie di personaggi i cui destini si intrecciano, originano altre coppie, tracciano percorsi e infine convergono verso il centro, verso Heisenberg, buco nero che assorbe e cancella tutto ciò che gli si avvicina. 
C'è la deriva del romanzo di formazione al cinema, con la figura patriarcale incarnata da Walt che viene affiancata al figlio sui generis interpretato da Pinkman. Una deriva che parte con una premessa mendace (Jesse appartiene al mondo underground dello spaccio, ergo corromperà Walt) e che svela presto quanto in realtà sia quasi sempre vero il contrario di ciò che saremmo indotti a pensare dalle circostanze. Le coppie che vedremo cambieranno, così come muteranno le dinamiche al  loro interno (prendiamo Hank e Steve, prima il secondo subordinato al primo, poi il contrario, poi di nuovo un ribaltamento).
Tornando a Walt e Jesse, ciò che vorrebbero farci credere è che Walt sia il personaggio Padre e Pinkman il Figlio. Niente di più falso. Se partiamo dall'assunto che Padre sia chi impartisce una lezione, chi traccia un solco indicando una via, chi protegge i propri cari prima di sé, allora questi è Jesse e non Walt. È Jesse a liberare il bambino dalla coppia di genitori-spacciatori; è Jesse a legarsi al figlio di Maria; è Jesse a provare il maggiore dolore quando Todd Alquist ammazza a sangue freddo il ragazzino nel deserto (Todd... Tod in tedesco significa Morte, per dire, la paraculaggine... ). È Jesse il Padre. Walt cerca affermazione, visibilità, realizzazione. Egli è il Figlio, nella dinamica malsana della coppia. Jesse è fragile e ciò fa sembrare diverso l'equilibrio tra i due, ma lo fa soltanto sembrare.

Abbiamo anche una citazione da "I soliti sospetti": quinta serie, Walt ha scelto di rinunciare a Heisenberg e faticosamente tenta di ricostruire la propria vita famigliare. Hank e Marie sono ospiti a pranzo, la scena è ilare, la regia indugia su scambi di occhiate tra Skyler e Mr. White. Il non detto allude a uno scambio di voti, a un cessate il fuoco faticosamente raggiunto.
Hank va in bagno, si piazza sulla seduta, cerca qualcosa da leggere in un cesto poggiato sulla cassetta del water, trova un libro. Lo apre. Legge una dedica. "All'altro W.W.", grafia di Gale.
I ricordi incalzano, i pezzi vanno a prendere a posto e l'immagine nel puzzle si fa chiara. W.W. è Walter White, Gale scriveva a Heisenberg, W.W. è Heisenberg.
La tazza (del caffè) cade di mano al detective e va in pezzi, così come in frantumi va la possibilità di incastrare Kaiser Sose. Qua la tazza è diversa, ma il percorso è il medesimo.
Il caos delle informazioni diventa ordine nel momento in cui l'osservatore, in un attimo di calma e con il giusto appiglio, osserva il quadro da una prospettiva differente.

Cultura nerd? Non ci facciamo mancare niente: abbiamo citazioni da Star WarsStar Trek (con l'inarrivabile chicca della sceneggiatura ideata da Badger per un episodio della serie classica, illustrata a Skinny Pete, una roba che non si può nemmeno tentare di descrivere, bisogna assistere in religioso silenzio e basta), Babylon 5, Scarface (visto in TV da Walt e Walter Jr.), vaghi richiami al culto delle auto di lusso... Si potrebbe andare avanti per ore. Inizi a intaccare la superficie di BB e saltano fuori riferimenti, spunti e mille suggestioni.

Alla fine arriva la fine

Guida su come rendere inarrivabile per qualità e contenuto un prodotto audiovisivo

 

Hollyvood, apri bene le FUCKING orecchie

 

Una delle tendenze più dannose per l'industria cinematografica ammeregana è la volontà di accontentare tutti senza turbare. Intendo dire, a parte alcune eccezioni legate al nome dell'autore (e.g. Cronenberg, Tarantino, Roth, fratelli Coen), le produzioni cinematografiche che puntano al successo vengono ripulite da eccessi scomodi o chiuse con soluzioni che affiggono una morale posticcia anche sulle peggiori nefandezze. 
Vedi, per dire, il remake di Oldboy firmato Spike Lee. 
Non metto nemmeno il link. Non metto niente. Ne avevo già paventato il possibile esito catastrofico
È insalvabile.
La parabola di BB è estrema e priva di una chiara soluzione moralmente accettabile. Quando partono i titoli di coda dell'ultimo episodio, provi un certo turbamento; da un lato c'è quella sensazione di perdita data dalla natura stessa del finale, dall'altro c'è il dubbio instillato nello spettatore durante cinque stagioni: chi è il Buono? Chi è il Cattivo? Dove sta la linea di confine tra giusto e sbagliato, tra affermazione e prevaricazione, tra identità individuale e identità sociale?
A Hollywood manca (troppo spesso) il grigio; il grigio disturba e non vende. Il grigio confonde e stimola riflessioni, dunque non è divertimento tout court, non è evasione, quanto piuttosto una scampagnata in territorio artistico. È Arte ciò che travalica il mezzo espressivo per trasmettere un messaggio che, ricevuto e filtrato dalla sensibilità di ciascuno, è sempre vivo.
BB è Arte?
Chi sfida le consuetudini, tenta nuove strade, imprime un carattere unico e nuovo al prodotto del proprio ingegno e osa un linguaggio bastardo (nel senso di figlio illegittimo di altri linguaggi, dai quali prende strutture semantiche differenti e le reinventa dando vita a un ibrido personale) può essere catalogato come Artista.
La domanda che mi pongo è: se il Cinema è Arte, e la serialità televisiva in parte eredita il linguaggio codificato al cinema e in parte ne inventa uno proprio, allora non può essere Arte anche una serie TV?
E se una serie TV può essere Arte, cosa potrebbe indurci a escludere che BB sia un'opera d'Arte?
A voi la risposta.

Buona visione, se ve la siete persa.
Per tutti gli altri, questa è un'elegia dello Spettatore Occasionale dedicata a Mr. White e al mondo che gli ruotava intorno.
The End, yo.

BONUS TRACK

"It's perfect".
Hai ragione da vendere, Aaron, hai ragione da vendere...
(lacrime maschie a sancire l'addio a BB)

http://www.badtv.it/2013/11/breaking-bad-craston-paul-leggono-il-finale-video/


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