giovedì 19 settembre 2013

Il Cittadino Occasionale: Erezioni al Discorso di Berlusconi



Reazioni.
Volevo dire Reazioni.

Finalmente ieri pomeriggio Silvio ha rotto il silenzio e si è presentato a noi, suoi figli, con un videomessaggio da brividi.

Tutti insieme: E Santanché Olè, Santanché Olè, Santanché Olè


Chi si aspettava che facesse cadere il Governo si è preso una bella sbertucciata: Silvio, miglior statista degli ultimi 150 anni, non ha nemmeno menzionato il governo, neppure alluso a una eventuale crisi, ha solo spernacchiato i giudici e i sinistri Comunisti, creature mitologiche che assediano le nostre vite.
Ah, sì: poi ha rilanciato Forza Italia.
Ora scusatemi un secondo perché non resisto più, devo smettere di scrivere, uscire di casa, sventolare il bandierone e
RIDERE.
RIDERE A CREPAPELLE.

Oddio. Oddio, non so se ce la faccio.

Dovete sapere che questo post inizialmente avrebbe dovuto essere una sorta di telecronaca. Una roba tipo partita di calcio, con commenti scanditi dal minutaggio. Poi ci ho ripensato, ci ho dormito su, ho letto alcuni commenti, interventi di adepti del Silvianesimo, blog, post sulla pagina Facebook di FI e, soprattutto, ho ascoltato Giovanardi ieri sera da Cruciani (“La Zanzara”, Radio24).
Giovanardi, che, qualora ve lo foste perso, ha paragonato Silvio a Nelson Mandela.
Giovanardi, per l’amor del cielo.
Giovanardi.

Devo scrivere davvero qualcosa sotto una foto del genere?


Domanda: ma Capezzone è morto? Dov’è? Cosa sta combinando in questi giorni? È malato? Perché non interviene, non fa nulla, non scalpita, non aderisce a Forza Italia? Sono preoccupato.

Mi sono riletto per voi il discorso della Discesa in campo.
E ho ascoltato e letto e riletto il nuovo discorso, quello di ieri.

Io dividerei i principi fondanti del Silvianesimo in due. L’antico testamento (discorso del ’94) e il nuovo testamento (discorso del 18 settembre 2013). La cosa buffa è che non cambia una fava.
Zero.
Almeno in profondità. Superficialmente, forse, qualcosina… Nel secondo si chiarisce un po’ meglio che ci troviamo di fronte a una religione, specialmente quando Silvio dice:


Diventa anche tu un missionario di libertà, diffondi i nostri valori e i nostri programmi, partecipa ai nostri convegni e alle nostre manifestazioni, impegnati nelle prossime campagne elettorali e magari anche nelle sezioni elettorali per evitare che ci vengano sottratti troppi voti, come purtroppo è sempre accaduto.”


Chissene della politica, qua stiamo parlando di missionari. Religione, ve l’avevo detto, no? Non è Berlusconismo, è Silvianesimo. Nella religione (così come nel Mito) la storia non ha alcuna rilevanza, perché sono leggende e fede a costituire le basi per l’etica e la cultura di una società. La nostra etica e la nostra cultura si fondano su Forum, Il pranzo è servito, Bim Bum Bam, Il Grande Fratello, La Corrida, Drive In.
Vai così, Silvio.
Poi però si scade anche nella minaccia, eh. Perché il nostro profeta dice questa cosa qua:


“impegnati nelle prossime campagne elettorali e magari anche nelle sezioni elettorali per evitare che ci vengano sottratti troppi voti, come purtroppo è sempre accaduto


E quindi io mi chiedo, ma che stai a scherzà?
Ma chi è che ti ha sottratto i voti? Capezzone, dove sei? Giovanardi?
Parentesi Giovanardi: ieri sera il mito Giova ha detto che non entrerà in Forza Italia, che rimarrà nel PDL perché lui è uno dei fondatori, che il PDL non può sparire così, che semmai affiancherà Forza Italia, e poi si è lanciato in un’orazione contro la giustizia italiana, che ha definito stalinista e nazista. Ecco cha ha già fatto suo il dettame del Silvianesimo, ovvero:


“Perché Forza Italia è la vittoria dell’amore sull’invidia e sull’odio.
Perché Forza Italia difende i valori della nostra tradizione cristiana, il valore della vita, della famiglia, della solidarietà, della tolleranza verso tutti a cominciare dagli avversari.”


Giovanardi, sei fuori.
Sei fuori perché tu usi parole di odio e noi siamo il partito dell’amore. Capito, Giovanardi? Hai un cuore arido, non c’è spazio per te nei nostri ranghi. Pussa via.

Facciamo un passo indietro per indagare i dogmi di questo partito amorevole e speranzoso.
Perché Silvio ne ha per tutti, mica soltanto per i giudici e i comunisti, eh?


“Ma devo ricordare che gli elettori purtroppo non ci hanno mai consegnato una maggioranza vera, abbiamo sempre dovuto fare i conti con i piccoli partiti della nostra coalizione che, per i loro interessi particolari, ci hanno sempre impedito di realizzare le riforme indispensabili per modernizzare il Paese, prima tra tutte quella della giustizia.”


Sono confuso.
Partito dell’amore, strigliata ai compagni. Compagni nel senso di colleghi, politici di coalizione, menti affini. Non compagni in senso comunistoide.

Poi c’è il passaggio che preferisco, un capolavoro funambolico di arrampicata su specchi con capriola lessicale carpiata su concetti ritriti:


“Questa magistratura, per la prevalenza acquisita da un suo settore, Magistratura Democratica, si è trasformata da “Ordine” dello Stato, costituito da impiegati pubblici non eletti, in un “Potere” dello Stato, anzi in un “Contropotere” in grado di condizionare il Potere legislativo e il Potere esecutivo e si è data come missione, quella - è una loro dichiarazione - di realizzare “la via giudiziaria” al socialismo.”


Cazzo. La via giudiziaria al socialismo non ammette repliche, poi c’è quel cappello “è una loro dichiarazione” a sancirne una volta per tutte la veridicità. Inoltre abbiamo sempre quel simpatico riferimento al fatto che non sono stati eletti, perché, si sa, se sei eletto PUOI FARE IL CAZZO CHE TI PARE, tanto sei stato eletto, no?
Mamma mia, gente, sto quasi male.
A un certo arriva il principio di infallibilità, buttato lì in mezzo a quella che sembra la propria dichiarazione d’innocenza.


“io non ho commesso alcun reato,
io non sono colpevole di alcunché,
io sono innocente,
io sono assolutamente innocente”


Quella frase, io non sono colpevole di alcunché, è il primo comandamento, la pietra angolare del culto. Silvio non è, né può essere colpevole. Perché egli è l’Eletto (nel senso di vincitore delle elezioni). Chi viene legittimato dal popolo non può essere giudicato, perché non è soggetto alle leggi degli uomini comuni. Quindi anche se infrange le leggi, non può essere sanzionato. In fondo, Forza Italia è il partito dell’amore, lo dice lui stesso. Nel partito dell’amore non esiste spazio per il livore, la rabbia, la deriva giustizialista. Ci sono altre cose. L’amore, la famiglia, i valori cristiani.

Immaginiamo di porre un quesito a Silvio: del tipo, siamo giornalisti, e durante una conferenza stampa in cui enuncia questo suo programma politico-mistico possiamo porre una sola domanda.
La mia domanda sarebbe: Come si configura la faccenda di spogliarelli, puttane minorenni, pompini, concussione, frode fiscale, Emilio Fede, Lele Mora, Noemi, gente in maschera che si denuda di fronte a torme di vecchi bavosi... come si configura tutto questo in relazione ai valori cristiani e la famiglia e la patria e antani? Lo chiederei in una prospettiva del tutto laica, non sono credente, però mi piacerebbe capire. Ci sarà un nesso, magari mi sfugge. Farsi succhiare il pendolo = onorare i valori cristiani. Trovate l’errore.
Il discorso è molto lungo, e devo dire che vedere Silvio che lo pronuncia è sconvolgente. Il Messia è l’oscena caricatura dell’Uomo che nel ’94 scese in campo: sembra una mummia, un manichino, uno di quei pupazzi di una trasmissione che faceva satira politica su Sky (“Gli sgommati”). Trascende l’umano, quasi, con tutto quel trucco in faccia che azzera le rughe e conferisce al viso un aspetto immutabile ed eterno.  Anche spaventoso. Ormai Silvio non è più Berlusconi, è un’idea, un concetto incarnato, la concreta rappresentazione di ciò che voleva essere a inizio carriera. Il self made man che a furia di pugnette diventa cieco e sordo al mondo, essendo lui stesso un mondo (di interessi, di Ego, di ricchezza, di potere). 
Non riconosce nulla di giusto all’infuori di ciò che partorisce: ciò che è giusto è ciò che parte o giunge a Lui. È totalmente autoreferenziale. Ritiene di poter modellare le menti di chi lo ascolta con semplicità, per cui utilizza strategie verbali e retoriche precise e sempre uguali a se stesse. Pause, parole accentuate, movimenti delle mani, mimica facciale (quella poca che gli è rimasta, ovvero “occhi aperti” oppure “occhi chiusi”), tutto questo serve a rinforzare la comunicazione e a controllare chi accetta di farsi soggiogare da Lui. A chi minchia gliene frega della Banca Rasini, di Mangano, Dell’Utri, Previti, Gelli, P2, P3, Verdini, Scajola, Mamma Rosa, Marina, Ruby, Mills, Razzi, Scilipoti, Micaela Biancofiore, Capezzone, Triccheballacche… Lo sfondo non conta se stai osservando le piroette di un grande ballerino: è l’atto in sé che cattura l’attenzione, non il contesto. Però in politica un po’ dovrebbe contare, il contesto, dico bene?
NO.
Perché questa roba qua non ha niente a che fare con la politica. E lo str…ano inquilino di Villa San Martino ci gioca anche sopra, il bastardo, con il suo metadiscorso di ‘sta gran fungia di minchia:


“ (…) occorre che noi tutti ci occupiamo della politica. È sporca? Ma se la lasci a chi la sta sporcando, sarà sempre più sporca… Non te ne vuoi occupare? Ma è la politica stessa che si occuperà comunque di te, della tua vita, della tua famiglia, del tuo lavoro, del tuo futuro.”


Che raffinata trappola, amico mio. E chi è che la sta sporcando? Chi è che ha governato per quasi vent’anni? Fammi indovinare: tu! E anche questo lo dice lui:


“ (…) un certo Silvio Berlusconi, scese in campo, sconfisse la gioiosa macchina da guerra della sinistra, e in due mesi portò i moderati al governo.
Ero io.”


E ‘sto cazzo? Ci starebbe benissimo, credo. Un bello STO CAZZO finale, a sancire che la cifra dell’Italia oggi è una caciara senza via di uscita.
Tutto serio, faccia di pietra, sguardo di brace, ecco che dice: ERO IO, e poi, subito dopo, con un gran sorriso, STO CAZZO. Avrei immediatamente preso la tessera di Forza Italia. Ma proprio seduta stante.
Purtroppo le cose sono andate diversamente.
E il triplice Forza Italia finale?
Leggiamo un momento il passaggio:


“E dunque: Forza Italia! Forza Italia! Forza Italia! Viva l’Italia, viva la libertà: la libertà è l’essenza dell’uomo e Dio creando l’uomo, l’ha voluto libero.”


Qua mi tira in ballo Dio, il pio Silvio Berlusconi. Mi arriva a scomodare il concetto di divinità per dire che la sentenza è sbagliata. Dio vuole l’uomo libero, ergo Berlusca deve essere libero, tutti devono essere liberi. Basta Giudici Corrotti, desiderosi di Giustizia. Basta altri partiti, che agiscono per mero interesse, date tutto in mano a lui, che ha una gran voglia di tenere una cosa tra le dita.
Non la salamella reale, non il lungo mattarello lombardo, non il solerte cavaliere pelato compagno di mille scorrerie in praterie di pelo, nossignori. Vuole prendere in mano un’altra cosa:


Per questo credo che la cosa migliore da fare sia quella di riprendere in mano la bandiera di Forza Italia.
Perché Forza Italia non è un partito, non è una parte, ma è un’idea, un progetto nazionale che unisce tutti.
Perché Forza Italia è l’Italia delle donne e degli uomini che amano la libertà e che vogliono restare liberi.”


Giovanardi lo ha paragonato a Nelson Mandela. Posso scriverlo ancora una volta? Giovanardi LO HA PARAGONATO A NELSON MANDELA.

Oh, Silvio, Silvio, Silvio. Sai che cosa mi piacerebbe che fosse quel trittico di Forza Italia uscito dalla tua bocca? Il triplice fischio sulla tua era. Partita finita, anche i supplementari.
Lascia stare l’Italia, se la ami.
Voglio parlarti con la sincerità con cui ognuno di noi parla alle persone alle quali vuole bene quando bisogna prendere una decisione importante che riguarda la nostra famiglia. Che si fa in questi casi? Ci si guarda negli occhi, ci si dice la verità e si cerca insieme la strada migliore.
Ci si guarda negli occhi, io e te. Ci si guarda a lungo.
Poi alla fine, nel silenzio complice che si è venuto a creare, io ti dico:
“Zio, hai rotto il cazzo.”

Nessun commento:

Posta un commento