martedì 10 settembre 2013

Il Cittadino Occasionale meets Mr. Uveite

Mr Uveite, uomo animato da un gran appetito di vita e di –OMISSIS-, non se la passa benissimo.

 
Cazzo guardi?
Qualcuno obietterà che passarsela come se la passa lui non è esattamente non passarsela bene, tuttavia concorderete con me che essere a un passo dalla decadenza non è cosa che faccia piacere.
Decadrà? Non decadrà? Decadranno prima gli altri? Decadremo prima noi?
Mi sento di poter rispondere con franchezza a questa domanda, nella maniera che segue:

Occorre davvero una sentenza passata in giudicato (quindi, sulla carta, inappellabile) per far sì che Mr Uveite getti la spugna e se ne torni sotto la pietra dalla quale è uscito anni fa?

No, perché se serve una sentenza, stiamo freschi.
È dal 1979 che quell’ometto buffo si destreggia tra perquisizioni, domande senza risposta, leggi ad personam, inculate mondiali, figure barbine, mignotte di ogni età, estrazione sociale e coppa di reggiseno. Serve sul serio una sentenza di frode fiscale per capire che non è l’uomo giusto al posto giusto?

 
Foto di gruppo con minchione
In tutti questi anni di Silvianesimo, non è che l’Italia sia andata incontro a un boom economico. Un boom c’è stato, sì, ma contro un muro.
Perché siamo finiti contro un muro? Ma perché aveva l’uveite, ovvio! Come si può vedere bene se si ha l’uveite? Lo sanno anche i bambini.
Quindi, in buona sostanza, scomparirà dal nostro quotidiano questo rancoroso nanerottolo dalla lingua veloce e la morale di un boa che non si nutre da settimane? Certo che no. Mr Uveite è un sintomo, non una malattia. È il grado zero dell’essere Italiano Medio, qualcosa a cui tutti aspiriamo, senza aver il coraggio (o la debolezza) d’essere. Siamo noi a dover cambiare, non lui. Faccia quel che vuole, lui. Rimanga, scompaia, finisca ai domiciliari, chissene. Il giorno in cui nessuno sentirà il bisogno di parlarne, di quell’insidioso Pan dei giorni nostri, sarà un giorno meraviglioso e nuovo.

Che sia già domani?

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